Come educare un bambino con il metodo Montessori: 5 principi
Come educare un bambino con il metodo Montessori: educazione supportiva, genitore angelo custode, bimbo protagonista, bisogni e ambiente.
Il metodo montessoriano non è semplicemente una tecnica educativa o una “teoria pedagogica”, esso è una filosofia di approccio all’universo dell’infanzia. Se sei un adulto motivato a educare un bambino con il metodo Montessori, sappi che la prima domanda a cui dare una risposta (non convenzionale) riguarda la natura stessa dell’azione (complessa) dell’educare.
- Che cos’è l’educazione?
- Il bambino del metodo Montessori: un piccolo viaggiatore che osserva, esplora e sperimenta
- Metodo Montessori: 5 frasi di Maria Montessori per riflettere su educazione, genitori e figli
- Come applicare il Metodo Montessori a casa
- Riconoscere le capacità e le potenzialità del bambino-persona
- Qual è il più importante principio del metodo Montessori?
- Educare un bambino con il Metodo Montessori, ispirazione alla libertà e alla pace: 3 consigli pratici
- Conflitto inconscio tra adulti e bambini: le spiegazioni di Maria Montessori
- 3 punti indispensabili per essere un genitore montessoriano:
Che cos’è l’educazione?
Comunemente l’educazione viene considerata come la pratica dell’insegnare, ma “i bambini non sono vasi da riempire” e il verbo educare deriva dall’antico latino educere che, contrariamente a quanto possa suggerire la diffusa idea di educazione-insegnamento, vuol dire, invece, portare fuori, far emergere.
1- Una educazione montessoriana è supportiva, né invasiva né sostitutiva, e, come tale, segna il percorso del bambino verso l'autonomia a fare da solo.
Il metodo Montessori parte da qui: il bambino è il Maestro perchè in sé contiene il potenziale della conoscenza e del sapere. Il bambino impara sperimentando, con l’esperienza e, quindi, auto-correggendo gli errori che naturalmente commetterà, sui quali si metterà alla prova, per i quali proverà frustrazione e che scateneranno, eventualmente, anche rabbia. Ma, infine, il successo del bambino sarà nella riuscita, crescerà, evolverà, ogni volta che si scoprirà capace fare da solo.
Il bambino del metodo Montessori: un piccolo viaggiatore che osserva, esplora e sperimenta
Vista in questo modo l’educazione non si misura in ciò che il bambino apprende dall’adulto-insegnante, ma diventa, piuttosto, un viaggio che il piccolo compie col proprio corpo, nella relazione con l’ambiente, mettendosi alla prova costantemente, acquisendo fiducia in se stesso attraverso le conquiste del quotidiano. E l’adulto trasforma il suo ruolo da insegnante a angelo custode, osservatore gioioso, faro che lascia il piccolo libero di esprimersi garantendone però la costante sicurezza.
2- L'adulto, il genitore montessoriano è un angelo custode che veglia sul bambino viaggiatore, esploratore e Maestro, lo custodisce mentre lui è piccolo protagonista, immerso nello sforzo di sperimentare il mondo.
Il compito di questo adulto-faro è, altresì, quello di garantire al piccolo un ambiente sicuro e supportivo. Secondo il pensiero di Maria Montessori il lavoro dell’educatore doveva ambire a rendere migliore il mondo intero partendo dal singolo bambino:
- il primo, il mondo, necessita di uomini pacifici, ispirati da sentimenti di lealtà, appagati, soddisfatti e in connessione con gli altri e col mondo naturale;
- i secondi, i bambini, possono aspirare a divenire uomini liberi, in pace e appagati solo se educati alla libertà.
3- La chiave del processo educativo è la pace e tutti i bimbi hanno diritto a ricevere una educazione pacifica.
Metodo Montessori: 5 frasi di Maria Montessori per riflettere su educazione, genitori e figli
- Il bambino ha una grande missione che lo spinge: quella di crescere e diventare uomo. (La scoperta del bambino, Maria Montessori).
- L’educazione è un processo naturale che si svolge spontaneamente nell’individuo, e si acquisisce non ascoltando le parole degli altri, ma mediante l’esperienza diretta (Educazione per un mondo nuovo, Maria Montessori).
- L’umanità può sperare in una sola soluzione per i suoi problemi, fra cui i più urgenti sono quelli di pace e di unità, soltanto volgendo la propria attenzione e le proprie energie alla scoperta del bambino e allo sviluppo della grande potenzialità della personalità umana in corso di formazione (Poona, 1948, Introduzione a “La scoperta del bambino”, Maria Montessori).
- Dobbiamo essere educati se desideriamo educare (Il segreto dell’infanzia, Maria Montessori).
- La generazione futura non deve essere in grado di fare solo ciò che noi insegniamo, dev’essere in grado di andare ancora più avanti (The 1946 London Lectures, Maria Montessori).
Come applicare il Metodo Montessori a casa
Per educare un bambino con il metodo è necessaria sempre una scuola montessoriana? Questa domanda è ricorrente tra i genitori, soprattutto quando l’accesso a scuole montessoriane è reso difficile per le più svariate ragioni (da quelle logistiche a quelle economiche). Le scuole montessoriane nel mondo sono oggi più di 30.000 in più di 50 paesi differenti, certamente i bambini che hanno il privilegio di frequentare una scuola improntata sul metodo godono di una guida sapiente, gli educatori che vi lavorano sono preparati, i sistemi, i materiali, gli spazi e in ogni ambiente accolgono il bimbo in un mondo a sua misura. Tuttavia non scoraggiatevi il metodo Montessori, soprattutto nelle sue declinazioni e principi basilari, può essere applicato a casa e nel quotidiano.
Riconoscere le capacità e le potenzialità del bambino-persona
In questo articolo stiamo declinando una serie di principi che caratterizzano il metodo Montessori, sin ora ne abbiamo evidenziati 3. Di fatto l’esortazione a seguirli va a tutti i genitori, ma chi intenda educare un bambino con il metodo Montessori a casa non potrà non prestarvi attenzione. E allora, aggiungiamone un altro cruciale:
4- Il bambino è una persona, come tale è dotato di un proprio temperamento, manifesta i propri bisogni come può in base alle competenze (anche relazionali) che ha acquisito, ha attitudini e potenzialità che l'adulto è chiamato ad accogliere e sostenere.
Qual è il più importante principio del metodo Montessori?
I principi montessoriani non meritano una gerarchia, non fosse altro che per il fatto di essere in grado di costruire una rete di sicurezza. Mi piace paragonarli alle reti di sicurezza degli acrobati, il bambino che sbagliando cade, anzi ricade, in un ambiente supportivo è un acrobata che non teme di saltare più in alto, più lontano, di fare del suo corpo uno spettacolo più affascinate e magistrale.
Riconoscendo ai figli una loro personalità, immergendoli in un ambiente supportivo e mai invadente, si fa di loro acrobati liberi di sperimentare. Se vogliamo, questa metafora circense rappresenta un modo personale per descrivere il principio dell’auto-correzione e il concetto del maestro interiore.
Un genitore supportivo che non si sostituisce al bambino, ma che, al contempo, è capace di organizzare intorno ai figli un habitat sicuro e stimolante (sia come ambiente fisico che psichico) sarà, a sua volta, un genitore libero di educare alla libertà. Non di rado noi genitori fatichiamo a staccarci dai modelli educativi che hanno permeato la nostra infanzia: premi e punizioni, educazioni punitive e coercitive, stereotipi, genitori impositivi e rigidi. I bambini non hanno bisogno di questo, ciò rappresenta una limitazione alla loro relazione esperienziale col mondo, nonché alla loro innata capacità di riprovare per apprendere per tentativi-errori e nuovi tentativi.
Educare un bambino con il Metodo Montessori, ispirazione alla libertà e alla pace: 3 consigli pratici
Mentre il bambino osserva le cose nuove che incontra nel mondo ed è impegnato a scoprirle (per il bambino l’intero mondo rappresenta qualcosa di nuovo), il genitore deve impegnarsi, invece, a osservare il bambino. Deve farlo con costanza ed attenzione con lo scopo di scoprire il figlio, conoscerlo nel suo evolvere naturale e sostenerlo.
5- Il bambino è il protagonista della sua crescita, il genitore ne è osservatore gioioso.
Confusi da una società che ci impone non pochi modelli stereotipati, abbiamo perduto di vista il potere dell’istinto (trascuriamo sia l’istinto del genitore che quello del bambino): nella cura del bimbo le mamme dovrebbero dare più fiducia al loro lato istintuale, allo stesso modo i genitori dovrebbero fidarsi dell’energia natura del piccolo e della sua innata spinta a crescere.
Questa diversa visione delle cure e delle attenzioni da apprestare ai piccoli, meno strutturate e più naturali, ha un effetto benefico non secondario: induce ad accoglier con prevalenza le emozioni del bambino perchè aiuta il genitore a riconoscerle non imponendo le proprie.
Conflitto inconscio tra adulti e bambini: le spiegazioni di Maria Montessori
I genitori sono spesso preoccupati di non ottenere rispetto da parte dei figli, vogliono imporre disciplina ai bimbi piccoli, pretendono la loro ubbidienza in ogni contesto e condizione fisica ed emotiva. Ed è per questo che spesso faticano a prendersi cura di un bimbo in crisi, in un momento di difficoltà e di incapacità fisiologica di regolare le proprie emozioni.
Quando mio figlio fa i capricci vado in crisi! Ecco perchè succede
Secondo Maria Montessori esiste un conflitto inconscio tra adulti e bambini, e c’è una spiegazione al perché genitori e figli piccoli non si capiscono (una spiegazione ancora valida malgrado siano passati molti anni da quando la pedagogia montessoriana l’ha partorita): dal momento del suo ingresso nella vita e sino all’età adulta e in modo particolare negli anni dell’infanzia, il bambino (poi ragazzino e infine adolescente) costruisce se stesso partendo dalla costruzione del cervello e delle sinapsi. Se l’adulto pretende di trattare il bimbo senza considerare che il suo cervello funziona diversamente, allora è il punto di partenza ad essere fallace.
Nel libro “Educazione e pace” Maria Montessori ribadisce un pensiero guida che non possiamo mancare di ricordare ai genitori-educatori: l’adulto non può essere “cieco verso il bambino”. Accade ancora troppo spesso che, non considerando il diverso funzionamento del bambino e del suo piccolo cervello, gli educatori (mamme, papà, nonni o chiunque si prenda cura di un infante) si preoccupino più di imporre un comportamento adulto che non di lasciare il cucciolo d’uomo libero di sperimentarlo.
Un bambino sgridato, mortificato o peggio schiaffeggiato o sculacciato è un bambino infelice perchè gli viene negata la possibilità di sviluppare se stesso nella relazione pragmatica con le cose. Un bimbo sfiduciato e frustrato trasformerà le proprie energie in negativo ingaggiando con l’adulto sfide e prove di forza. Questo bimbo sarà capriccioso e oppositivo perché privato degli strumenti per raggiungere una personale indipendenza.
3 punti indispensabili per essere un genitore montessoriano:
- Affinare la propria capacità di osservazione;
- aiutare il bimbo a fare da solo, riconoscendone le esigenze ma stabilendo limiti di intervento tali da favorirne le autonomie;
- accogliere i bisogni dei figli dando ad essi prevalenza.