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Alimentazione corretta 0-3 anni

Insegnare ai bambini a usare le posate e mangiare da soli

Imparare ad usare le posate è un processo di accrescimento delle autonomi e dell'autostima; riguarda la motricità fine, l'attitudine a sperimentare col corpo, le competenze deglutitorie e masticatorie.

Pubblicato il 11.08.2023 e aggiornato il 11.09.2023 Scrivi alla redazione

Sin dalla nascita, per mangiare i bambini usano il corpo, la suzione è un riflesso arcaico che coincide con l’istinto di sopravvivenza, il neonato che cerca il seno e succhia sta attivando il suo corpo per rimanere in vita, da qui la scoperta del conforto, del piacere e del gusto, della consolazione e dell’appagamento che già dà il latte materno, ovvero il primo cibo del bambino. Ci vorrà tempo ed esperienza prima che il bimbo sperimenti il cibo con gli usi degli adulti, compresa l’abitudine ad usare le posate.

Prima di usare le posate i bambini fanno esperienza col cibo: mangiare con le mani è ammesso

Con il passaggio alle prime consistenze solide, quindi con lo svezzamento, quando il bambino sta seduto da solo, ha già 6 mesi e ha perduto il riflesso di estrusione, il piccolo ha bisogno di un rinnovato adattamento al cibo.

Durante lo svezzamento, prima di mangiare da soli e con le posate i bambini devono cogliere nuovi aspetti sensoriali degli alimenti; a partire dalle differenti consistenze, devono fare esperienza di gestione del cibo, imparando sia a gestire i bocconi in bocca che a masticarli e deglutirli. L’acquisizione di nuove competenze masticatorie e deglutitorie rappresenta l’aspetto dello svezzamento che i genitori non vedono e che, però, è estremamente impegnativo per i bambini. È qui che entra in gioco il tatto prima del gusto, prima dell’azione del masticare e prima dell’apprendimento del deglutire. Via libera all’uso delle manine come naturali posate dei bambini!

Imparare a usare le posate - alimentazionebambini. It by coop
Imparare a usare le posate – alimentazionebambini.it By COOP

Lo strumento che i piccoli utilizzano naturalmente per la conoscenza del mondo esterno sono le mani e con esse portano gli oggetti alla bocca.
Attraverso il semplice gesto di portare alla bocca gli oggetti, e di conseguenza anche il cibo, loro imparano e gettano le basi per sviluppare il gusto, senza contare che tra le dita avviene il primo ragionamento sulle consistenze.

Con il divezzamento, quindi, il bambino comincia a sperimentare nuove consistenze che deve anche toccare per poi portarle alla bocca: viste così le manine dei bimbi nei piatti sono espressione di un processo di indagine e conoscenza del cibo. Le manine nel piattino rappresentano il modo e la maniera di cui il bambino dispone per relazionare se stesso e il proprio corpo alla nuova alimentazione semi-liquida, semi-solida e, infine, solida.

Perciò invitate i bambini a mangiare da soli, in principio lasciandoli liberi di usare le mani perché, attraverso il tatto, possano stabilire una confidenza fisica con i cibi.

Imparare a usare le posate - alimentazionebambini. It by coop
Età e competenze nella gestione del cibo, dalle mani alle posate – alimentazionebambini.it By COOP

Le posate sono una conquista: età dei bambini, competenze e abilità

In particolare:

  • Tra i 6 e i 10 mesi il bambino afferra il cibo con le mani, lo lancia, nel tentativo di arrivare alla bocca se lo spalma sul viso e solo in piccola parte raggiunge effettivamente le labbra. Questa imprecisione dipende dall’immaturità del bambino in fatto di motricità fine, ovvero il piccolo non sa ancora muovere con precisione e pieno finalismo braccina e manine. Tuttavia gestire almeno parte del cibo nel piatto e da solo può aumentare l’interesse del piccolo ad assaggiare e sperimentare il cibo.
  • In questa stessa fascia d’età e sino all’anno, tra i 6 e i 12 mesi, il bambino già può imparare a conoscere lo strumento cucchiaino. Potrete notare che quando lo adopera la mamma, il figlio vorrà toccarlo con le sue mani, gestirlo tra le dita, provare ad afferrarlo e usarlo, magari anche solo per lanciarlo. Pertanto mettete nella disponibilità dei vostri figli cucchiaini adatti alla loro età, piccoli e preferibilmente morbidi, per esempio quelli in silicone. Com’è per la coordinazione delle mani quando portano alla bocca i primi bocconi di cibo, anche il cucchiaio pretenderà esercizio e pratica.
  • Tra i 10 e i 15 mesi il bimbo impara a impugnare correttamente il cucchiaio, primo tra gli utensili della famiglia delle posate con cui potrà familiarizzare in sicurezza. Dopo una lunga e laboriosa sperimentazione, deve però imparare a raccogliere il cibo, portarlo alla bocca e depositarlo dentro quest’ultima. Il cucchiaio è tondeggiante e non spigoloso, nel modello in silicone rende lievi anche gli impatti più imprecisi tra l’utensile e il volto del bambino. Scegliete sempre posate leggere che il piccolo possa gestire facilmente. Solo una volta affinato l’uso del cucchiaio si può introdurre la forchetta.
  • Intorno ai 18-20 mesi si può introdurre la forchetta con le punte arrotondate da utilizzare dapprima con alimenti facili da infilzare come il formaggio. All’inizio è facile che il bambino adoperi entrambe le mani per gestire la forchetta nell’atto di infilzare i bocconi di cibo, lasciatelo fare, a mano a mano imparerà a usarla con sempre più destrezza.
  • A 2 anni dovrebbe mangiare da solo buona parte del pasto e tenere il bicchiere con una mano sporcandosi poco. I genitori hanno il compito di assecondare la curiosità del bimbo verso il cibo, garantirgli l’esperienza tattile e non reprimere le fasi della conoscenza del cibo solo per evitare che sporchi se stesso, il seggiolone o il pavimento. Un bambino che chiede o necessita di essere aiutato oltre i 18-24 mesi potrebbe non essere semplicemente un bimbo pigro o che richiede attenzione, potrebbe trattarsi di un cucciolo che non ha avuto modo di mettersi alla prova nella relazione col cibo. Pertanto abbiate pazienza e lasciate che i vostri figli affondino le mani nel cibo, lasciate che lo tocchino, lo assaggino, lo gestiscano. In questa autonomia si radica il loro futuro approccio all’alimentazione.
  • A 3 anni il bambino è potenzialmente in grado di usare correttamente la forchetta e il cucchiaio e mangiare da solo stando a tavola. Si può a questo punto introdurre anche il coltello con la punta arrotondata e di plastica dura che il piccolo userà per sminuzzare cibi inizialmente morbidi.
  • A seconda della sua autonomia, intorno ai 6 anni potrebbe cominciare ad usare il coltello con la supervisione di un adulto.

Come insegnare ai bambini a usare le posate, consigli pratici per i genitori

Affinché il piccolo possa diventare completamente autonomo nel mangiare usando le posate correttamente, bisogna comprendere che questa competenza è estremamente ricca e sfaccettata, in essa entrano in gioco: capacità di muovere le mani con precisione, capacità di coordinare braccia e mani nello spazio, cognizione delle competenze, attitudine ad assaggiare i cibi e, non ultime per importanza, affinate competenze a masticare e deglutire. Tutto questo si impara con l’esperienza.

Ogni volta che l’adulto si spazientisce perchè il bimbo che prende il cibo con le mani sporca o fa pasticci oppure ci dà l’impressione di non avere mangiato abbastanza, le autonomie del mangiare da solo vengono rallentate. Abbiate pazienza, tanta, attrezzatevi di bavaglio e tovagliette di plastica; per terra potete appoggiare un telo sotto il seggiolone o della carta. Sappiate che all’inizio il bambino penserà che si tratti di un gioco e facilmente butterà tutto all’aria, ma rapidamente capirà che il cucchiaio è uno strumento per mangiare, che il cibo è attraente e buono.

Tenere i bambini a tavola con i grandi è un importante stimolo. Posto che l’apprendimento si basa sull’imitazione e i bambini imparano per osmosi, a tavola gli adulti devono usare correttamente le posate, mostrare interesse verso il cibo, sottolinearne il piacere e vivere il convivio con gioia.

Niente telefonini a tavola né schermi davanti ai bambini.

Una buona e serena condivisione familiare della tavola aiuterà i figli ad acquisire i costumi sociali, a imparare ad usare le posate e gli utensili in modo finalizzato, nonchè a vivere il pasto come momento di condivisione familiare.

Imparare a usare le posate - alimentazionebambini. It by coop
Come arrivare alla completa autonomia a tavola – alimentazionebambini.it By COOP

E se mio figlio non mangia abbastanza, posso imboccarlo?

Mai inseguirlo per casa con il piatto in mano per ottenere che mangi un ultimo boccone: si mangia a tavola, non facendo altro e condividendo questo momento di serenità. Può essere utile, nei primi tempi, usare 2 piatti, uno a uso del bambino e l’altro del genitore. In questo modo mentre il bambino sperimenta il cibo autonomamente il genitore può garantire qualche boccone in più a beneficio di una alimentazione bilanciata, di un pasto più veloce e misurato alle esigenze del piccolo.

Ogni bimbo ha i suoi tempi, questo vale anche nell’apprendimento dell’uso del cucchiano e delle posate

La regola fondamentale per insegnare ai bambini ad usare le posate è che non ci sono regole. I tempi e i modi di questa acquisizione possono cambiare molto da bambino a bambino e soprattutto da genitore a genitore dipendendo molto da quanto si investe in questo momento senza considerarlo tempo perso.

Uno dei motivi per cui le mamme e i papà, le nonne e le babysitter imboccano i bambini è il tempo, ovvero l’allungarsi del pasto a causa della lentezza del bambino. Sono comuni frasi tossiche del tipo: se aspetto che mangi da solo facciamo notte; sei lentissimo, adesso ci penso io; di questo passo arriviamo all’ora di cena; sei veramente una lumachina. Mai dirle! Il bambino ha tempi di sperimentazione e adattamento propri e queste frasi sono dolorose e fuorvianti: instillano nel bambino l’idea di essere sbagliato solo perchè sta assecondando il suo corpo, le sue risposte fisiologiche e i suoi bisogni.

Proprio per ovviare a un pasto lunghissimo ed evitare di cadere nella frustrazione che porta a pronunciare simili frasi vi abbiamo suggerito il doppio piatto. Ciò che è certo è che insegnare ai bambini a mangiare autonomamente accresce la loro autostima, la loro capacità di indipendenza e l’attitudine a relazionarsi con gli altri a tavola “come se fosse un gioco”. Da qui, a fargli accettare anche un’alimentazione corretta il passo è breve.