Neonato agitato: cosa fare quando il neonato è nervoso
Movimento, suono, voce, contatto, ambiente, acqua, seno, tatto: ecco come calmare il neonato agitato e nervoso.
“Mio figlio vuole stare sempre in braccio; piange sempre; non sta fermo un attimo; non dorme mai; sta sempre attaccato al seno”, quando mamme e papà descrivono i bambini in questo modo ricevono spesso, se non sempre, una risposta stereotipata: “Hai un bambino irrequieto!” oppure “Questo neonato è agitato e nervoso“.
Già definire un bambino etichettandolo in qualunque modo (calmo, nervoso, iperattivo o svogliato, per fare qualche esempio), equivale a esprimere un giudizio. E non è inusuale che l’occhio giudicante dell’osservatore comune si estenda, senza soluzione di continuità, anche sulla mamma e sul papà: “Se continui a prenderlo sempre in braccio prenderà il vizio; ha preso il tuo seno come un ciuccio; lascialo piangere, farà i polmoni”.
Dinnanzi a questi consigli non richiesti (e persino sbagliati), a queste osservazioni giudicanti e a tali dispensazioni di “verità assolute”, i genitori provano l’insoddisfazione di non riuscire a spegnere il pianto del bambino o a stabilire una routine rassicurante e regolare.
Senza contare che per opinione diffusa, e tristemente ancora non superata, un bambino che esprime i suoi bisogni e contemporaneamente manifesta una sensibilità spiccata al mondo esterno è “un bambino da correggere”. Ci diranno: “Devi allattarlo ogni 4 ore; devi lasciarlo piangere; devi metterlo nella carrozzina, eccetera”.
- I bambini esigenti: un’altra prospettiva da cui osservare il neonato irrequieto
- Il neonato agitato non sa consolarsi da solo, cosa fare per calmare il bimbo
- Passaggio dalla vita intra-uterina alla vita extra-uterina
- Il neonato agitato è sempre pieno di energie, “non si stanca mai”
- Cosa fare per calmare un sensibile ed esigente “neonato nervoso”
- Un bambino nervoso non è necessariamente un neonato con le colichette
- Consigli pratici per mamma e papà: cosa fare quando il bambino è ingestibile
I bambini esigenti: un’altra prospettiva da cui osservare il neonato irrequieto
William Sears, autore di “Bambini capricciosi” propone un’alternativa linguistico-ideologica: smettiamo di parlare di neonato agitato o nervoso oppure di bambino irrequieto e parliamo, invece, di “bambini esigenti”.
- Il neonato irrequieto vuole sempre il seno materno, in realtà la sua esigenza è null’altro che una strategia di adattamento perché succhiando, anche dopo una lunga poppata, trova consolazione, supera l’ansia e la paura che il mondo gli provoca.
- Il bambino capriccioso vuole stare sempre in braccio, in realtà la sua esigenza è ricerca di contatto. Più è piccolo e più ricerca l’evocazione della vita intrauterina, quel paradiso dei bisogni del bebè da cui è stato improvvisamente espulso.
- Il neonato nervoso o irrequieto non dorme, ha cicli di sonno irregolari e brevi. Questo mette K.O. i genitori mentre il bimbo ottiene gli appellativi più vari a sintesi del suo temperamento: iperattivo, instancabile, eccetera. Nessuna diagnosi popolare è valida! Questo bimbo è, esattamente come il bimbo che cerca il seno e-o le braccia: è un bambino in adattamento.
Spesso il bimbo esigente è anche un bambino ipersensibile e più è piccolo maggiori saranno le strategie adattative che proverà a mettere in atto.
Il neonato agitato non sa consolarsi da solo, cosa fare per calmare il bimbo
Nessun bambino nasce dotato di competenze di auto-consolazione, piange e vuole essere preso in braccio; si sveglia e vuole essere addormentato; è stanco o ha fame e si dimena o si contorce, in ogni caso pretende conforto e soddisfazione dei bisogni.
L’auto-consolazione non è un programma montato di default sul neonato, all’opposto il bebè è abituato a un ambiente a “risposta automatica” nel quale il bisogno viene soddisfatto senza neanche passare per la sua manifestazione. In utero, infatti, il bambino mangia senza avvertire fame, è perennemente cullato dai movimenti della mamma e sta al caldo senza l’ingombro dei vestiti.
Fuori dal ventre materno la vita pretende una lunga serie di adattamenti: i bambini devono imparare a mangiare, dormire, esprimere i loro bisogni. È importante considerare il punto di vista del neonato che nulla sa del mondo nel quale si trova, è tutto nuovo e ogni cosa suscita un’emozione diversa, spesso mai provata.
Il piccolo è un essere in divenire che necessita di uno spazio e di un tempo di adattamento.
Passaggio dalla vita intra-uterina alla vita extra-uterina
Col tempo il bambino impara a cogliere i vantaggi delle strategie adattative che mette in atto e ne ripropone i comportamenti e le modalità accumulando esperienza. Pertanto, prima di tutto sforzatevi di stabilire routine che il piccolo dimostri di vivere positivamente.
Routine del risveglio, della pappa, del bagnetto e della nanna: l’ordine delle cose da fare e del modo in cui esse si alternano nella giornata è confortante per i bambini piccoli e aiuta a facilitare l’adattamento al mondo esterno.
Il neonato agitato è sempre pieno di energie, “non si stanca mai”
Una caratteristica del “neonato nervoso” è quella di essere sempre in movimento, oltre al pianto facile naturalmente! In realtà il cucciolo d’uomo che non si ferma mai non è implacabile ma, più fisiologicamente, è curioso. Più che costringerlo ad aderire a un comportamento prestabilito, sarebbe consigliabile adattare ogni routine ai suoi bisogni. Arricchire la vita del bambino di stimoli che siano congrui alla sua età e tarati sul suo temperamento.
Per esempio con l’approssimarsi dell’ora della nanna, una musica pacata se non dei rumori bianchi possono favorire la calma del bambino e ciò fa di loro degli stimoli rilassanti.
Rispetto alla iper-energia del “neonato nervoso” c’è qualcosa da aggiungere e potrebbe non essere così banale: i bambini agitati e nervosi spesso non sono altro che bimbi vulnerabili. Se il vostro è un neonato instancabile, è probabile che vi abbiano fatto invidia quei bambini capaci di prendere sonno nel passeggino anche nel bel mezzo delle feste più chiassose possibile. Vi svelerò una caratteristica invisibile dei bambini esigenti (tornando alla definizione di William Sears): spesso questi bimbi sono anche super sensibili e a scatenare il loro pianto, la rabbia o l’irrequietezza sono esattamente quelle emozioni nuove che il bambino incontra e vive per la prima volta.
Cosa succede nella mente del “neonato nervoso”
Ci sono percezioni (che nella mente del bambino esigente risuonano come disturbanti) che alcuni bambini escludono, per esempio i rumori della festa che si consuma intorno a loro, e che altri (i neonati esigenti), invece, faticano a tollerare.
Magari si trattasse solo dei rumori di una festa! Sono certa che tante mamme e papà stanno pensando alle innumerevoli cose e circostanze per cui il bambino piange spesso o non si tranquillizza facilmente. Tra esse potrebbe esserci anche la semplice permanenza in un ambiente diverso dal consueto o una irritazione da pannolino o una gengiva dolorante.
Cosa fare per calmare un sensibile ed esigente “neonato nervoso”
La prima arma di cui disponiamo come genitori siamo noi stessi! Questo vale soprattutto per noi mamme quando i bambini sono piccolissimi, ci basti pensare alla sola memoria della vita intra-uterina che la nostra pelle rievoca nell’odore e che il nostro cuore e il nostro respiro contemporaneamente lasciano riecheggiare.
Per calmare il pianto di un neonato nervoso prendetelo in braccio, non lo vizierete ma lo aiuterete ad avere fiducia nel mondo e a trovare il coraggio di affrontarlo. Se vi chiederà di ciucciare non sostituite il seno con un ciuccioto, non vuole qualcosa che soddisfi uno stimolo orale, vuole il vostro amore, il profumo il suono del cuore, l’anelito del respiro della mamma, anche questa volta tutto ciò non ha niente a che fare con il vizio.
Un bambino nervoso non è necessariamente un neonato con le colichette
“Tuo figlio è troppo nervoso, sicuramente ha le coliche!” La mamma pediatra (autoproclamatasi tale per esperienza di vita vissuta) è una nonna, una suocera, un’amica o una zia che certamente tutte le mamme hanno incontrato più di una volta. Del resto l’associazione tra pianto del neonato e coliche è un luogo comune tanto ricorrente quanto pericoloso.
Se sospettate che il vostro piccolino soffra di coliche, chiedete al Pediatra di valutare questa possibilità, probabilmente lo escluderà a dimostrazione del fatto che i neonati non piangono solo perchè hanno fame, perchè hanno il pannetto sporco, perché hanno le coliche o le gengive infiammate da un dentino in eruzione. Se il bimbo piange è probabile che il motivo esuli dai suoi bisogni più essenziali, pensate che potrebbe piangere persino per una ragione ambientale, per esempio perché la stanza in cui siete non gli fornisce in quel momento le giuste rassicurazioni.
Pianto da colica
Ricordate che il pianto da colica è facilmente riconoscibile perché si accompagna a un linguaggio del corpo molto esplicito: il bimbo agita braccia e gambe e tende a chiuderle con forza sul corpo, ovvero a ritirarle sul petto; le manine si serrano a pugno; il bimbo si acciglia e sul viso si leggono smorfie di dolore; il pianto è acuto e intensissimo.
Come Alimentazione Bambini ha già precisato in un approfondimento dedicato, le coliche si associano alla tipica contrazione delle gambe e dei pugni, all’arrossamento del viso, alla distensione addominale e/o all’emissione di gas intestinali.
Un genitore sa riconoscere un pianto anomalo. Senza contare che gli episodi di pianto da dolore rientrano cessato il malessere. Un bimbo che piange sempre difficilmente avrà sempre le coliche.
Consigli pratici per mamma e papà: cosa fare quando il bambino è ingestibile
Diciamolo subito: nessun bambino è ingestibile, nemmeno inconsolabile, più probabilmente ci sono bambini che hanno più grandi difficoltà di adattamento, che sono meno facilmente consolabili e che hanno complessivamente un grande bisogno di compartecipazione fisica ed emotiva.
Cosa fare in questi casi, ovvero come comportarsi quando calmare il bambino sembra difficile se non impossibile ogni giorno di più? Qui di seguito un breve elenco di elementi con effetto calmante sui bambini, e vi spieghiamo come tradurre in pratica ciascun elemento.
Elementi che possono aiutarti a calmare un neonato, come sfruttarli in pratica
- Movimento;
- suono;
- voce;
- contatto;
- ambiente;
- acqua;
- seno;
- tatto.
Il cucciolo d’uomo apprezza il movimento, soprattutto i movimenti delicati e lenti; non è un caso che cullandolo, normalmente, si calma anche un neonato arrabbiato. La preferenza per il movimento proviene dalla memoria della vita intrauterina: nel ventre della mamma, complice il liquido amniotico carezzevole e caldo, il bambino è cresciuto accompagnato da un costante dondolio. Tenerlo calmo non vuol dire viziarlo né assecondare una cattiva abitudine.
Più il neonato è calmo maggiore sarà la sua apertura e propensione quieta e pacifica verso il mondo esterno.
Il piccolino apprezza i suoni rassicuranti, la musica che la mamma e il papà ascoltavano mentre il bebè era nella pancia può “suonare familiare” al neonato e valere come ulteriore rievocazione della vita intrauterina. Vanno bene i suoni bianchi, ma anche la voce della mamma e quella del papà funzionano alla perfezione come strumento di rassicurazione. Quando volete che il neonato si calmi, perciò, parlategli piano, con un tono di voce basso e pacifico, cantate anche se non siete intonati e raccontategli fiabe, non solo quelle della buonanotte.
Il contatto fisico è sempre supportivo per i bambini, è vitale per i neonati che vengono dalla pancia della mamma, quel luogo interno al corpo materno, in cui stavano in una condizione che si può definire di abbraccio perenne.
L’ambiente intorno al bebè cambia improvvisamente e traumaticamente al momento del parto: il piccino che vedeva i suoi bisogni “soddisfarsi fisiologicamente” deve imparare a comunicare (per esempio comunicare che ha fame, sete, sonno, caldo o freddo, eccetera) pur non disponendo, ancora per molto, del linguaggio. Il pianto è la comunicazione più accessibile al bambino, sta di fatto che aumenta col nervosismo del piccolo tanto di più quando il bisogno sotteso resta insoddisfatto. Un ambiente responsivo dei bisogni del bambino aiuta a prevenire le crisi di pianto e di nervosismo.
Fate il bagnetto ai bambini in sicurezza e con regolarità senza temere che siano troppo piccoli, che possano prendere freddo, eccetera. L’acqua è rassicurante per loro poiché è l’elemento da cui provengono e nel quale erano immersi in utero.
Se tuo figlio vuole sempre il seno, anche dopo una lunga poppata al termine della quale presumi che sia appagato e sazio o prima di dormire o quando il suo sonno viene bruscamente interrotto, offrigli pure questa consolazione e nel farlo non avere paura di viziarlo.
Il seno non può mai diventare un sostitutivo del ciuccio, come qualcuno continua a volerci far credere. Il seno, come lo stare in braccio e le coccole e la ricerca di contatto, sono strategie consolatorie rassicuranti che, per essere messe in atto efficacemente, richiedono la compartecipazione del genitore.
Qui entra in gioco il tatto: quando voi siete tesi e la tensione si è insinuata lungo la schiena e tra le fasce muscolari, gradite un bel massaggio? Se la vostra risposta a questa domanda è stata positiva, vi invito a pensare al piccolo nervoso come a voi nella situazione di tensione poc’anzi descritta. Anche i neonati beneficiano di un buon massaggio delicato e caldo, ne beneficerà anche la relazione col genitore. Però siate delicati e non usate creme, oli o unguenti non adatti alla pelle del bebè.